L’ispettore la guardava insospettito e un poco diffidente, ma nonostante questo decise di tranquillizzarla.
- Signorina, beva un po’ d’acqua… - disse avvicinandole il bicchiere che il suo premuroso amico le aveva versato. - Non ha notato nessun movimento, comportamento o viso sospetto nel corso della giornata di ieri? -.
Dopo un sorso, la ragazza trovò più facile organizzare i pensieri: - Non posso dire di aver notato qualcosa di insolito, ma da queste parti passa sempre molta gente e sono solo alcune le persone a cui faccio caso. Ieri mattina, come di consueto, ho servito alcuni lavoratori che prendono il caffè prima di timbrare il cartellino: loro arrivano presto, sono di fretta e di non molte parole. Poi è arrivata la signora Carmen, che passa ogni giorno di qui mentre va al mercato, e lei più che per il decaffeinato si ferma per fare lunghe chiacchiere riguardo il suo barboncino e altri discorsi noiosi. Deve essere una signora molto sola, ma mi fa tenerezza e quindi la lascio parlare e la ascolto mentre svolgo i miei lavori. Così, tutto normale fino a mezzogiorno, quando ho lasciato il locale a Pablo, l’altro barista; sono tornata poi alle 7 per il turno serale. Essendo domenica non c’era tanta gente: l’unica persona di cui mi ricordo è il signore che viene sempre molto tardi, e rimane fino alla chiusura; di solito non parla molto, ma spesso beve come una spugna, e a volte mi capita pure di trovarlo addormentato sui tavoli fuori -.
A questo punto, però, Sol e l’ispettore furono interrotti da uno degli addetti alla scientifica e all’analisi del caso.
- Signore, può venire un secondo? è importante -.
L’agente si alzò, lasciando Sol immersa nei suoi pensieri.
- Signore, può venire un secondo? è importante -.
L’agente si alzò, lasciando Sol immersa nei suoi pensieri.
E fu proprio nel momento in cui la ragazza si trovò da sola con se stessa, che si ricordò l’incubo fatto la notte precedente. In una lunga e infinita strada, si era messa a correre in preda al panico, inseguita da un’ombra scura e senza identità. Alla fine tutto intorno a lei si era ristretto in una specie di tunnel che diventava sempre più angusto e soffocante, e sempre più inclinato… fino a diventare verticale e a farla precipitare verso il basso.
Si era svegliata sudata e confusa, impaurita dal mistero e dall’angoscia che l’incubo le aveva provocato...
Sol ritornò improvvisamente al presente, abbandonando tutti i suoi pensieri, appena vide l’ispettore che, dopo aver parlato con gli agenti, si diresse verso di lei: - Signorina, può seguirci un secondo? -.
I carabinieri la portarono proprio nel luogo in cui c’era il cadavere: - Non sappiamo come dirglielo, ma siamo sicuri che lei conoscesse molto bene la vittima. -
- Sì - rispose allarmata e con un filo di voce. Sol, incredula, era sempre più confusa e preoccupata : - Scusi, ma…... come fa ad affermare una cosa del genere? - chiese.
Uno degli agenti aprì la lampo della sacca che conteneva il cadavere della vittima, e tutti prima guardarono Sol, e poi si girarono verso il corpo senza vita. Anche lei, tremante, si voltò lentamente a guardarlo, e in quel momento le sembrò di ricevere un pugno nello stomaco che la fece quasi svenire.
Il viso era esattamente identico al suo...
Il viso era esattamente identico al suo...
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